Strategie di elaborazione del lutto di una persona cara

da Super User
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L’obiettivo di questa transizione critica si incentra sulla cura del ricordo della persona mancata. La morte infatti interrompe il rapporto, ma il ricordo della persona cara la rende immortale, diventa una presenza interiorizzata.

Bisogna ricostruire la relazione su un piano simbolico (es. rievocare fatti, ricorrenze, aneddoti). Il legame tra vivi e morti addolcisce e placa il dolore. Si tratta naturalmente di un processo graduale e delicato, pertanto è previsto un timing di almeno 2 anni.Bisogna ricostruire la relazione su un piano simbolico (es. rievocare fatti, ricorrenze, aneddoti). Il legame tra vivi e morti addolcisce e placa il dolore. Si tratta naturalmente di un processo graduale e delicato, pertanto è previsto un timing di almeno 2 anni.Il funerale è un importantissimo strumento di condivisione del dolore. Prevede un rito solenne che fa da marcatore di passaggio dalla presenza all’assenza, rendendo l’assenza definitiva. E’ un momento conviviale nel quale i familiari possono mostrare pubblicamente il dolore sostenuti dalla presenza e dall’affetto degli altri. Anche il cimitero ha la stessa valenza per la collettività: è il luogo adibito a ritrovare quella persona.Un tempo il culto dei morti si basava su delle specifiche ritualità per prepararsi alla morte (ars moriendi) e per condividere socialmente la sofferenza. Il sociale si faceva carico del legame tra vivi e morti molto più di quanto accade oggigiorno. Infatti, attualmente, si tende a privatizzare la perdita (non si muore in casa, ma in ospedale; le agenzie funebri si occupano di tutto). Manca il supporto sociale di chi l’ha subita (es. “non ho osato chiamarti”). La morte è un tabù di cui non si parla, infatti anche i cimiteri sono collocati lontano dai centri della città. Ai lavoratori spetta un congedo breve di soli 3 giorni. Tutto deve tornare normale nel più breve tempo possibile con delle aspettative di censura della sofferenza e di fuga nell’operosità (“devi reagire e riprendere la tua vita di prima”).Di conseguenza, la solitudine e la mancanza di condivisione esasperano la perdita e il dolore che arreca. Viceversa è proprio la condivisione a curare la perdita. Quando muore qualcuno che abbiamo amato tutto crolla. Nulla ha più senso. E’ naturale sperimentare sconforto, vulnerabilità, disperazione. La ferita del lutto per potersi rimarginare ha bisogno di tempo, cure, dedizione. Il modello a cinque fasi dello psichiatra svizzero Kubler-Ross spiega come avviene il processo di elaborazione del lutto:1) Fase della negazione o rifiuto: incredulità, stordimento e confusione, (“non è vero, non è possibile, non ci posso credere”)2) Fase della rabbia: ricerca fisica e psicologica della persona cara (“spero che torni”) a cui segue la collera per l’abbandono subito (“perché proprio a me?”)3) Fase del patteggiamento: ripresa graduale di controllo sulla propria vita nell’oscillazione speranza vs. paura; la perdita sottare insieme alla persona amata anche il legame affettivo a cui si farebbe riferimento nel momento del bisogno (“adesso cosa farò senza di lui/lei?”)4) Fase della depressione: inizia la consapevolezza della perdita che non è modificabile; segue un forte senso di sconfitta derivato dall’irrimediabilità dell’accaduto5) Fase dell’accettazione: è il momento dei saluti, sistemare quanto può essere sistemato, consentire il passaggio di eredità materiali e morali (es. testamento) riorganizzazione di sé e della propria vita su nuove basiTuttavia, più la perdita è significativa, tanto più la realizzazione di obiettivi esistenziali per l’individuo è compromessa. Ad ogni modo, è bene ribadire che disporre di una rete sociale costituita da altri disponibili a parlare della perdita e a condividerne il vuoto è fondamentale per una sana elaborazione del lutto.

*immagine realizzata in collaborazione con ISS Vigano' di Merate

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